Il termine
marketing identifica tutte le attività necessarie per portare il
prodotto dall’azienda al consumatore, è rivolto, quindi, a definire le strategie
che permettono il raggiungimento degli obiettivi che le aziende si prefiggono.
Secondo la definizione di Philip Kotler per
marketing si intende:
“quel processo sociale e manageriale diretto a soddisfare bisogni ed esigenze
attraverso processi di creazione e scambio di prodotto e valori. È l’arte e la
scienza di individuare, creare e fornire valore per soddisfare le esigenze di un
mercato di riferimento, realizzando un profitto”.
In altri termini, Kotler vuole intendere che il marketing è
quell’attività aziendale che pone il consumatore, i suoi bisogni ed i suoi
interessi, al centro dell’attività dell’impresa. Analizzare quindi i bisogni dei
consumatori risulta essenziale per poi riuscire ad applicare al meglio le
strategie di marketing.
Le Gerarchie dei bisogni
Esistono diverse gerarchie dei bisogni,
Maslow ad esempio li classifica nel seguente modo:
I bisogni fisiologici sono i primi ad essere soddisfatti (alimentazione, cura
della persona, ecc.), una volta soddisfatti questi l’individuo passa alla
ricerca della soddisfazione di bisogni superiori, quali i bisogni di sicurezza,
d’appartenenza, di stima fino poi ad arrivare a quelli d’autorealizzazione
(desideri, sogni).
Occorre dunque individuare quali sono i bisogni dei consumatori per poter
procedere ad un’accurata attività di marketing.
Come fare? Iniziate a farvi le seguenti domande:
- Quali sono i bisogni del cliente?
- Ci conosce?
- Conosce la nostra azienda?
- Conosce il prodotto/servizio?
- Qual è il prezzo a cui è sensibile?
- Da cosa è influenzato e influenzabile?
Rispondendo a queste domande potrete influenzare i criteri
di scelta del consumatore in quanto i bisogni inducono ad un
atteggiamento: la prima reazione che abbiamo di fronte ad un prodotto o servizio
offerto da un’impresa.
L’atteggiamento ha una componente emotiva ed una cognitiva.
Il vostro obiettivo sarà quello di influenzarle entrambi in quanto sulla prima
agisce la condizione emotiva che è legata al bisogno, sulla seconda le
informazioni che il cliente ha a disposizione.
Infatti, il cliente che vuole acquistare un prodotto prima di tutto chiederà
informazioni al produttore/erogatore dei servizi, a fonti indipendenti (per
esempio riviste specializzate), guarderà aziende concorrenti per poter fare una
comparazione e probabilmente si farà influenzare dalle sue esperienze personali
e da quelle di amici che già hanno acquistato quel prodotto.
Bisogni
Atteggiamento
Ricerca delle informazioni
Influenzatori
Criteri di scelta
Il grafico chiarisce che i bisogni inducono ad un
atteggiamento che determina la ricerca di informazioni, che saranno
influenzate dall’ambiente esterno e determineranno di conseguenza la scelta.
Ecco dunque che il marketing non è più quella scienza arida e seriosa fatta di
diagrammi a torta, di regressioni lineari, di preventivi e consuntivi, di
politiche di prezzo, di strategie di distribuzione, ma diventa una affascinante
disciplina centrata sul legame più forte che esiste tra le persone, quello che
le spinge a dare e prendere qualcosa l’una dall’altra, a cercare, a sognare, a
immaginare, a volere, a cedere proprie risorse in cambio di oggetti di
desiderio.
L’acquisto non è solo un banale atto con cui ci si procura qualcosa di cui si ha
bisogno, ma è un’azione simbolica con cui ci si costruisce la propria immagine
sociale e la propria relazione con gli altri.
L’acquisto è solo l’atto conclusivo di tutto un complesso processo.
Il consumatore o il responsabile acquisti di un’azienda sono persone le cui
decisioni di acquisto sono fortemente condizionate da questo insieme di
pulsioni, dove le considerazioni razionali si mischiano con emozioni, timori,
bisogni latenti. Partendo da come il prodotto viene visto, ascoltato, gustato,
toccato il marketing apre nuove strade sul panorama delle percezioni.
Aver fatto un buon prodotto, con un prezzo competitivo, e avere una buona rete
di vendita, non basta più per avere successo in un mercato saturo. Noi non
compriamo una cosa perché ci serve, ma perché soddisfa un insieme di nostri
bisogni psicologici. Basti pensare ad un giovane che acquista una automobile
costosa solo per status symbol, o a quei prodotti che fanno tendenza, che
testimoniano dell’appartenenza ad un gruppo o ad un modo di pensare comune.
Il tutto diventa ancora più delicato quando il mercato
diventa virtuale e si sposta sul web. Se la percezione sensoriale è così
importante, che accade quando il prodotto si presenta solo sul monitor? Qual è
il valore della comunicazione in un sito che deve dare informazioni, offrire
servizi, risolvere problemi, ma soprattutto attivare una relazione positiva con
il cliente/utente/navigatore? Quali sono le leve persuasive da adottare?
A tutte queste domande l’attività di marketing applicata al web può dare delle
risposte.